Neuroscience Report 2019

Presentati oggi al Centro Congressi i risultati dell'attività scientifica della Fondazione Santa Lucia IRCCS

La Fondazione Santa Lucia IRCCS ha presentato oggi la 33° edizione dell’Annuario della Ricerca con dati e approfondimenti sull’attività svolta nel 2018. I 60 laboratori attivi presso la Fondazione e che coinvolgono quasi 200 ricercatori hanno portato avanti oltre 100 progetti a livello nazionale e internazionale nel settore delle neuroscienze. Alzheimer, Parkinson, deficit cognitivi relativi a linguaggio, attenzione e memoria in pazienti con gravi lesioni del sistema nervoso, sclerosi multipla e malattie rare di origine neurologica sono tra i principali obiettivi sui quali si concentrano le ricerche di laboratorio e le sperimentazioni cliniche della Fondazione.

Nel proprio intervento di apertura il Direttore Generale, Edoardo Alesse, ha ringraziato tutte le persone attive nel settore ricerca dell'IRCCS Santa Lucia e il numero crescente di contribuenti che scelgono di destinare il proprio 5x1000 alla ricerca sanitaria della Fondazione. Sono cresciuti del 14 percento nell'ultimo anno e sono complessivamente raddoppiati negli ultimi quattro anni: "Un gesto che significa fiducia nel lavoro dei nostri ricercatori e generosità nei confronti della Fondazione" - ha sottolineato Alesse.

Sono 434 gli studi pubblicati nel 2018 dai ricercatori del Santa Lucia su riviste scientifiche per una produttività che, calcolata con lo standard internazionale dell’Impact Factor normalizzato, ha raggiunto 1.909 punti. "Un risultato che corrisponde alla produttività scientifica di una Facoltà di Medicina" ha commentato il Direttore Scientifico, Carlo Caltagirone, che nell'introduzione al nuovo Annuario della Ricerca sottolinea: "L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato le Linee Guida per il controllo dei fattori di rischio delle demenze e già in occasione della LXX Assemblea Mondiale sulla Salute ha sollecitato gli Stati membri dell’Organizzazione a implementare nel periodo 2017-2025 risposte ambiziose alle sfide lanciate dalle patologie neurologiche. Riuscirci dipenderà molto dai progressi che sapremo ottenere sul fronte delle neuroscienze. Ai nostri ricercatori è affidato indubbiamente un compito importante".

Una ricerca, quella della Fondazione Santa Lucia, che non potrà mai perdere di vista l'obiettivo primario del costante aggiornamento e potenziamento dei percorsi di neuroriabilitazione, in linea con la Mission degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Un orientamento clinico e traslazionale sottolineato anche dalle testimonianze di due persone in cura presso l'ospedale della Fondazione. "Da 24 anni ho la sclerosi multipla e al Santa Lucia mi hanno stupita - ha raccontato Elena Reina - Per me la neuroriabilitazione vale per il 70 percento della terapia. Se l'avessi fatto a 17 anni, oggi sarei ancora più autonoma".

Un rapporto - quello tra assistenza sanitaria e ricerca - che ha analizzato non senza interrogativi sul futuro il Direttore Sanitario, Antonino Salvia, riferendosi alle bozze dei due decreti con i quali il Ministero della Salute intende fissare i nuovi criteri di accesso a questa tipologia di cure e i percorsi assistenziali che prevedono per i pazienti: “Se qualcosa non cambia - ha sottolineato Salvia - la neuroriabilitazione di alta specialità verrà snaturata da percorso sanitario altamente specializzato per pazienti che hanno gravi deficit neurologici e buoni potenziali di recupero a risposta assistenziale limitata a persone che hanno attraversato un periodo di coma, criterio discriminante non supportato da evidenze scientifiche e che finisce per escludere dalla neuroriabilitazione di alta specialità un ampio segmento di pazienti affetti da gravi malattie del sistema nervoso, come per esempio l’ictus cerebrale. Un approccio clinico-assistenziale non condivisibile, che andrà inevitabilmente a compromettere anche l’attività scientifica degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico come la Fondazione Santa Lucia, che hanno potuto raggiungere nel tempo competenze e risultati significativi proprio grazie a un’attività di ricerca e di assistenza sinergiche, condotte su una numerosa casistica di patologie e casi clinici complessi”.

Preoccupazione ripresa da Martina Aureli nel suo racconto del percorso intrapreso con tenacia per tornare a una vita autonoma: "Dopo un arresto cardiaco sono entrata in coma e mi sono trovata al Santa Lucia. Non vedevo, non parlavo, non ricordavo nulla ed ora invece sono laureata. Non posso accettare che chi non ha avuto un coma non possa accedere alle stesse cure".

Al termine dell'evento la consegna del Premio Luigi Amadio 2019, assegnato quest'anno a Michela Lupo, psicologa e ricercatrice del Laboratorio per lo Studio delle Atassie. Il premio, giunto alla sua seconda edizione, viene assegnato ogni anno al giovane ricercatore sotto i 40 anni che abbia realizzato la produttività scientifica più elevata in termini di indici bibliometrici e ottenuto il successo di un paper originale pubblicato su una rivista internazionale ad alto impatto nell’ambito delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione.

Il nuovo Annuario della Ricerca e l'elenco dettagliato delle Pubblicazioni Scientifiche 2018 sono disponibili nella sezione "Ricerca".

 

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