Al Convegno “Il Futuro della Ricerca Biomedica” Ricciardi fa il punto sulla situazione in Italia e in Europa. Il Direttore Generale della Fondazione, Edoardo Alesse: “Assistenza, ricerca e formazione unite, una risorsa per il territorio. Programmazione fondamentale per il futuro"
Una rete di collaborazioni scientifiche con oltre 130 enti di ricerca e un’unica organizzazione che coniuga istituzionalmente attività sanitaria, ricerca sperimentale e clinica e attività didattica secondo standard di eccellenza, come previsto per gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, riconoscimento di cui la Fondazione Santa Lucia celebra quest’anno il 25esimo anniversario. Due punti centrali dell’attività svolta dall’IRCCS Santa Lucia, che il Direttore Generale della Fondazione, Edoardo Alesse, ha richiamato nel suo saluto di apertura al Convegno Nuovi Orizzonti per la ricerca biomedica: L’ambiente come fattore di salute.
Ringraziando “tutte le persone che lavorano al Santa Lucia e sono i principali attori di questo lavoro sinergico”, Alesse ha sottolineato come la Fondazione dimostri in questo modo di saper creare rete e “unire le proprie attività di assistenza, ricerca e formazione in una struttura che restituisce valore al territorio”.
Nel proprio intervento, il Prof. Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, si è soffermato sulle linee strategiche che hanno guidato la riorganizzazione dell’Istituto negli ultimi tre anni con l’obiettivo di rafforzare il ruolo del nostro Paese nell’ambito della ricerca biomedica europea. In questa strategia rientra l’avvenuta creazione di “reti di competenza” per mettere a fattore comune le attività di ricerca dei singoli soggetti presenti nel Paese e di “reti di servizi” per supportare la loro attività sul piano internazionale.
Ma accanto allo slancio progettuale Ricciardi non ha nascosto nel proprio intervento una situazione critica della ricerca non solo italiana, ma europea in genere: “Più dell’ottanta per cento dei finanziamenti pubblici mondiali alla ricerca vengono dagli Stati Uniti. Grande crescita anche da parte dei Paesi asiatici. L’Europa è in grande difficoltà in questa competizione internazionale”.
E tuttavia Horizon 2020 resta un impegno serio e importante dei Paesi Ue per rispondere nei limiti dei mezzi disponibili alla sfida dell’innovazione. Ma per accedere in modo più efficace ai finanziamenti di Bruxelles, Ricciardi ha sottolineato anche la necessità di un cambio di mentalità da parte dei ricercatori italiani. “Molti progetti presentati, ma al confronto pochi finanziati. L’Europa è stata chiara. Vengono finanziati progetti che portano risultati concreti per la gente e crescita economica”.
Con riferimento ai Servizi Sanitari Nazionali, non solo a quello italiano, Ricciardi ha sottolineato: “Così non sono sostenibili. Lo aveva detto Mario Monti e lo possiamo confermare. Non perché lo vogliamo affossare, ma anzi perché lo vogliamo salvare. C’è una tempesta perfetta tra invecchiamento della popolazione e malattie croniche. Una combinazione devastante che l’Italia deve affrontare senza avere a disposizione il surplus di bilancio di 50 miliardi che ha la Germania”.
Gli ha fatto eco nel proprio intervento il Prof. Carlo Caltagirone, Direttore Scientifico della Fondazione Santa Lucia, che ha ricordato come “l’impegno della Fondazione a ridurre disabilità gravi attraverso percorsi di neuroriabilitazione di alta specialità rappresenta una risorsa importante per ridurre il carico economico del Servizio Sanitario Nazionale”. E per quanto riguarda l’attività di ricerca Caltagirone si è soffermato in particolare sui progetti in atto nel settore delle neuroimmagini che, permettendo un’osservazione del cervello sempre più “da dentro e da vicino”, sono fondamentali per progredire nella diagnosi precoce di malattie neurodegenerative e patologie legate a eventi cerebrovascolari. Accanto al settore delle neuroimmagini il Direttore Scientifico ha sottolineato anche i progetti di ricerca della Fondazione volti all’ulteriore sviluppo di una medicina personalizzate e di precisione, e ha ricordato l’importanza strategica dei big data e dell’intelligenza artificiale a supporto delle attività di laboratorio.
Nella propria analisi del rapporto tra salute e ambiente, il Prof. Andrea Urbani, Ordinario di Biochimica e Biochimica Clinica all’Università Cattolica e Responsabile del Laboratorio di Proteomica e Metabonomica dell’IRCCS Santa Lucia, ha affrontato il tema dello “homo sapiens non più inteso come entità isolata, ma integrata con l’ambiente”. Urbani ha preso spunto dall’attività di ricerca che viene svolta oggi sul microbiota e ne ha spiegato l’importanza nell’ambito delle neuroscienze e nello studio di patologie come la sclerosi multipla.
Molto suggestivo l’intervento conclusivo del Prof. Francesco Lacquaniti, Ordinario di Fisiologia dell’Università di Roma Tor Vergata e Responsabile della Linea di Ricerca “Metodologie Innovative in Riabilitazine” della Fondazione Santa Lucia. Lacquaniti ha presentato i programmi di ricerca sviluppati in collaborazione con le agenzie spaziali di Stati Uniti ed Europa e volti a studiare i meccanismi di adattamento della persona all’ambiente in condizioni mutate di gravità. Esperimenti tra terra e Stazione Spaziale Internazionale volti a sviluppare nuove strategie di recupero delle facoltà neuromotorie per potenziare la capacità della persona disabile d’interagire con il mondo circostante.