Valutazione longitudinale e multidimensionale clinica, neuropsicologica, neuroradiologica e genetica di pazienti in età evolutiva e adulti con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) e comparazione con soggetti di controllo
Il progetto vuole descrivere eventuali sottotipi dell’ADHD sulla base di alcune specifiche variabili. Tra queste vi sono variabili psicopatologiche, neuropsicologiche, specifiche anomalie strutturali corticali e sotto-corticali, profili genetici eventualmente associati a sottotipi del disturbo e sue evoluzioni di comorbidità. Oggetto di studio saranno anche le correlazioni eventualmente esistenti tra queste variabili, valutando le differenze tra pazienti con ADHD e soggetti di controllo statisticamente aggregati per età, genere e scolarità. Il progetto si propone infine di identificare fattori di rischio per lo sviluppo di comorbidità e decorsi prognosticamente sfavorevoli che possano essere proposti come potenziali target terapeutici specifici di interventi farmacologici e non farmacologici.
Il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) ha una prevalenza mondiale stimata tra il 5 e il 7% nella popolazione generale in età scolare. Considerando il disturbo in prospettiva evolutiva, in circa la metà dei bambini che avevano ricevuto una diagnosi di ADHD continuano a essere soddisfatti i criteri diagnostici per il disturbo o permangono sintomi di ADHD che inficiano significativamente il funzionamento pur non raggiungendo la soglia diagnostica.
In particolare, è il deficit attentivo che tende a persistere nel tempo provocando un basso standard di qualità della vita e causando difficoltà rilevanti in ambito accademico, lavorativo, relazionale e familiare. In un simile contesto, porre una diagnosi adeguata e impostare quindi un corretto trattamento è fondamentale. Attualmente questo risulta spesso molto difficile, in particolar modo nei pazienti che si presentano all’osservazione dello psichiatra da adulti o in assenza di diagnosi e trattamento adeguati in età evolutiva.
Recentemente l’attenzione della ricerca sull’ADHD si è concentrata sulla caratterizzazione del disturbo dal punto di vista dimensionale, in particolar modo tramite studi sulla compromissione funzionale di costrutti quali il temporal information processing, il reward processing e il cognitive control. I risultati mostrano come la popolazione di soggetti affetti da ADHD sia eterogenea, con individui che mostrano maggiore compromissione in alcune di queste aree ma non in altre e viceversa. Inoltre, le traiettorie temporali di alcune specifiche dimensioni psicopatologiche come quella iperattivo-impulsiva possono predire la conversione di ADHD a disturbo dell’umore o lo sviluppo di comorbidità. Tuttavia mancano studi longitudinali che accertino la validità delle caratteristiche cliniche e neuropsicologiche dimensionali sopra descritte come determinanti prognostico-terapeutici.