La compromissione differenziale della semantica verbale e sensorimotoria nella malattia di Alzheimer: un paradigma di priming cross-modale
Il progetto mira a dimostrare l’ipotesi per cui nella malattia di Alzheimer la semantica verbale subirebbe il danno maggiore, mentre quella sensorimotoria sarebbe relativamente risparmiata. Avvalendosi di esperimenti di priming cross modale e unimodale il progetto cercherà di evidenziare la distinzione tra i due sistemi semantici e la compromissione selettiva della componente verbale nel corso della malattia, ipotesi che ad oggi non presentano molte evidenze sperimentali.
Studi recenti (Zannino et al. 2014) hanno proposto un nuovo modello neuropsicologico che attribuisce al linguaggio un ruolo centrale nell’organizzazione della memoria semantica. La proposta prevede due sistemi semantici distinti: uno verbale, appannaggio esclusivo della specie umana, e uno sensorimotorio, più primitivo e condiviso con altre specie meno evolute. La proposta di distinguere tra semantica verbale e sensorimotoria non è nuova in assoluto ma nelle sue precedenti formulazioni (Gainotti, 2012; Warrington & McCarthy, 1987; Warrington & Shallice, 1984) si operava una distinzione basata sulla modalità dello stimolo da processare (es. figure vs. parole) o sulla modalità attraverso cui era stata acquisita l’informazione semantica (es. osservazione di una scena o lettura di un testo).
Nel progetto invece si ipotizza che la distinzione dei due sistemi semantici riguardi il tipo di operazione mentale che si compie su uno stimolo. La semantica verbale è necessaria per processare sia le parole che gli stimoli extraverbali quando questi vengono fatti oggetto di un pensiero conscio e proposizionale. La semantica sensorimotoria servirebbe invece a categorizzare l’input ambientale (mai verbale) in maniera implicita.