470 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali, 127 i progetti di ricerca attivi. Impact Factor totale superiore a 2.000 che conferma il Santa Lucia IRCCS al primo posto in Italia nella ricerca in neuroscienze e neuroriabilitazione
La Fondazione Santa Lucia IRCCS ha presentato oggi a Roma la 34esima edizione del nuovo Annuario della Ricerca con dati e approfondimenti sull’attività svolta. I 60 laboratori di ricerca hanno pubblicato 470 articoli su riviste scientifiche internazionali e portato avanti oltre 127 progetti nel settore delle neuroscienze, di cui 24 condotti in cooperazione con enti di ricerca internazionali.
Nell’IRCCS lavorano oltre 300 ricercatori, di cui circa 160 dedicati alla ricerca, mentre la restante componente associa l’attività in laboratorio alla cura dei pazienti dell’ospedale di neuroriabilitazione (circa 120mila giornate di ricovero l’anno), in un’ottica di ricerca traslazionale, che prevede la sinergia tra attività terapeutica e ricerca.
Ancora in crescita la produttività scientifica dell’Istituto per l’annualità, calcolata secondo lo standard internazionale dell’Impact Factor: 2.041 punti, un dato che conferma il Santa Lucia IRCCS al primo posto in Italia tra gli istituti specializzati nelle neuroscienze e nella neuroriabilitazone.
Di particolare rilievo anche il numero di progetti innovativi vinti attraverso il sistema meritocratico peer reviewed internazionale promosso dalla Direzione Ricerca e Innovazione in Sanità del Ministero della Salute, la Ricerca Finalizzata e Giovani Ricercatori, che ha visto il Santa Lucia eccellere, con 16 grants ottenuti.
Apprezzamento per l’attività di ricerca che l'Istituto Santa Lucia sta portando avanti anche dal Ministro dell'Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, che sottolinea come "anche alla luce dell’ultimo Report l'Istituto conferma di essere un centro d'eccellenza italiano delle neuroscienze e della neuroriabilitazione, impegnato in particolar modo nello sviluppo delle più avanzate tecniche di neuro-riabilitazione a favore di persone particolarmente fragili".
"Questo particolare momento storico - aggiunge Manfredi - ha fatto sì che gran parte della società si sia definitivamente convinta che il futuro si costruisce sul sapere, che la competenza ha un impatto sociale straordinario e diffuso, e che la ricerca non è fine a se stessa ma aiuta l’intero Paese a vivere meglio perché migliora la vita di tutti, in modo diretto e indiretto, dei pazienti e delle loro famiglie. Una delle peculiarità più rilevanti della struttura, ovvero il circolo virtuoso che è stato innescato tra struttura di ricerca e apparato ospedaliero, sono la migliore strada da perseguire per ottenere risultati concreti e spendibili e massimizzare i benefici dei pazienti, soprattutto considerando l'innalzamento dell'età media e l'incidenza sempre maggiore delle patologie neurodegenerative sulla popolazione. Sappiamo bene quanto, oltre ad essere un problema sanitario, rappresentino un grande problema sociale di fronte al quale la ricerca deve proseguire a dare risposte e soluzioni".
L’Assessore per la Sanità e l’Integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha aggiunto: "Roma e stata la prima capitale europea ad intercettare il virus come ricorderete e da allora il sistema è stato allertato e i nostri professionisti hanno dato una risposta forte. Se Roma non ha sofferto come altre capitali europee lo dobbiamo ad una organizzazione e ai nostri professionisti ma questo è un lavoro che non è finito. Sono convinto che dobbiamo uscire da questa pandemia con una visione innovativa e di sistema. Abbiamo una ricchezza e un ecosistema fatto di ricerca e di intelligenze e rinnovo l'appello per fare a Roma l'Agenzia europea per le scienze biomediche. In questa regione formiamo un terzo dei professionisti del nostro paese e possiamo vantare grandi eccellenze nella ricerca”.
L’obiettivo della ricerca dell’IRCCS Santa Lucia è sviluppare le più avanzate tecniche di neuroriabilitazione a favore delle persone che affrontano una severa lesione del sistema nervoso (esempio: ictus cerebrale o un trauma cranico), una lesione midollare, una malattia neurodegenerativa (esempio: Parkinson, Sclerosi Multipla o Alzheimer) o altre patologie genetiche o malattie rare di origine neurologica.
Nel proprio intervento, il Prof. Carlo Caltagirone, Neurologo e Direttore Scientifico della Fondazione Santa Lucia IRCCS, ha sottolineato la natura traslazionale degli studi condotti nell’Istituto: “Ci posizioniamo al confine tra le neuroscienze sperimentali e le neuroscienze cliniche con l’obiettivo di affinare le terapie e creare protocolli diagnostici e terapeutici di avanguardia. Utilizziamo le informazioni provenienti dall’attività ospedaliera per indirizzare la ricerca pre-clinica e trasferiamo le nuove scoperte all’attività assistenziale in un circolo virtuoso che accelera la ricerca e affina la clinica a beneficio dei pazienti. L’obiettivo finale - ha affermato Caltagirone – è proprio di creare la maggiore integrazione possibile tra ricerca di base e ricerca clinica sui temi centrali dei meccanismi di malattia, i diversi approcci metodologici e le necessità dei pazienti”.
Dei neuroscienziati in forze alla Fondazione il 73% sono donne, il 48% ha meno di 35 anni. 13 ricercatori dell’Istituto compaiono tra i primi cinquanta Top Italian Scientists (TIS) in Neuroscienze e Biomedicina.
Al termine della presentazione, la psicologa e ricercatrice Sonia Bonnì del Laboratorio di Neuropsicofisiologia Sperimentale diretto dal Prof. Giacomo Koch, ha ricevuto il Premio Amadio. Il Premio, intitolato alla memoria del Dott. Luigi Amadio e giunto alla terza edizione, è assegnato annualmente a un giovane ricercatore che si è distinto nell'anno precedente una ricerca di particolare interesse traslazionale e ha ottenuto il successo di un paper originale pubblicato su una rivista internazionale ad alto impatto nell’ambito delle neuroscienze e della neuroriabilitazione.
Esperta in neuropsicologia clinica e neurofisiologia sperimentale, la Dr.ssa Bonnì è autrice e co-autrice di numerosi lavori su riviste internazionali. Nel 2019 ha contribuito allo svolgimento di un importante trial clinico svolto presso l’IRCCS Santa Lucia e finanziato dalla Alzheimer’s Drug Discovery Foundation (ADDF) sulla somministrazione della rotigotina in pazienti con Alzheimer di grado lieve o moderato, dimostrandone gli effetti positivi sulle capacità cognitive e sul miglioramento dell’autonomia funzionale. I risultati della ricerca “Effects of dopaminergic therapy in patients with Alzheimer’s disease” sono stati pubblicati sulla rivista JAMA network Open. Nello stesso anno, in collaborazione con l’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, ha avviato un progetto di ricerca che ottenuto il finanziamento dal Ministero della Salute, volto all’individuazione di protocolli di stimolazione cerebrale non invasiva innovativi e personalizzati nel trattamento di pazienti con malattia di Alzheimer.