Ricerca: dati scientifici confermano l'Effetto Pinocchio

Quando mentiamo, il nostro naso si scalda. in "Scientific Report" i risultati di uno studio della Fondazione Santa Lucia con l'Università Sapienza

Carlo Collodi non era poi tanto lontano dalla realtà, quando immaginò Pinocchio con il naso lungo per effetto delle sue bugie. Con la fantasia dello scrittore aveva mancato solo di poco una verità dimostrata ora scientificamente: quando mentiamo il nostro naso non si allunga, ma pur sempre si scalda.

La rivista Scientic Reports ha pubblicato oggi uno studio dei Laboratori di Neuroscienze Cognitive e Sociali della Fondazione Santa Lucia Irccs e dell'Università Sapienza di Roma che dimostra proprio come la persona che non sta dicendo la verità registra un innalzamento della temperatura del naso e, in misura minore, anche un riscaldamento delle aree periorbitali. Non solo. Di quanto la temperatura salga, dipende da caratteristiche individuali, come il senso morale e la propensione più o meno elevata a manipolare gli altri con intelligenza machiavellica.

I dati raccolti nello studio Thermal signatures of voluntary deception in ecological conditions sono stati acquisiti dal team di ricercatori del Prof. Salvatore Maria Aglioti con l'ausilio di una termocamera. Questo dispositivo è in grado di misurare con altissima sensibilità l’emissione di calore del corpo, attraverso sistemi avanzati di registrazione del segnale infrarosso (functional Infrared Imaging, fIRI). 

La temperatura della pelle è influenzata dal cambiamento dei muscoli e della microcircolazione in un processo controllato dal sistema nervoso vegetativo (detto anche autonomico). I cambiamenti microcircolatori messi in evidenza dall’analisi termografica sono l'effetto dei cambiamenti che un determinato compito cognitivo o emotivo comporta per il sistema nervoso vegetativo. Quest'ultimo regola in modo automatico processi fisiologici di fondamentale importanza, quali ad esempio la vasodilatazione, la orripilazione e la frequenza respiratoria. 

E proprio il fatto che queste reazioni del sistema nervoso vegetativo non possano essere controllate dalla volontà del soggetto portò già all'inizio del secolo scorso allo sviluppo delle prime "macchine della verità" capaci di registrare alterazioni fisiologiche correlate alla menzogna. Ma a differenza del "poligrafo" la termocamera consente di registrare i cambiamenti del sistema nervoso vegetativo senza l’utilizzo di elettrodi e quindi, volendo, senza che la persona in esame sappia di essere osservata.

Nello studio appena pubblicato, la termocamera è stata utilizzata per registrare la temperatura del volto di soggetti impegnati a giocare a carte. Nel gioco i partecipanti erano tentati di mentire per ottenere un guadagno (Temptation to Lie Card Game). Il loro compito era di comunicare l’esito della partita - ovvero chi aveva pescato la carta vincente - a un compagno che non poteva verificarlo di persona. Nel fare questo, potevano dare quattro tipi di risposte: mentire per vincere dei punti (bugia egoistica), mentire per far vincere punti all’altro (bugia altruistica), dire la verità per vincere dei punti (verità egoistica) e dire la verità per far vincere dei punti all’altro (verità altruistica). Nel 50 percento dei casi, i partecipanti sapevano che il compagno di gioco non avrebbe mai potuto sapere se gli stavano dicendo la verità (reputazione non a rischio). Nell’altra metà dei casi, invece, sapevano che il compagno di gioco alla fine avrebbe appreso di eventuali menzogne (reputazione a rischio).

Lo studio non solo ha mostrato che le persone tendono a diminuire il numero di bugie egoistiche quando la propria reputazione è a rischio, ma anche che la produzione di bugie egoistiche durante la condizione di reputazione a rischio è collegata a un aumento della temperatura del naso e delle aree periorbiltali. In questo caso le persone sembrerebbero avere quindi un maggiore bisogno di regolare la propria attivazione emozionale. Non però tutti in forma uguale: persone manipolative - con alti punteggi in test d'intelligenza machiavellica, ovvero che dichiaravano di non provare senso di colpa legato alla menzogna - hanno infatti registrato questa attivazione in misura minore rispetto agli altri partecipanti. E così la scienza ci conferma anche che Pinocchio in fondo era un bravo burattino, perché se fosse stato machiavellico, sarebbe riuscito a dissimulare meglio quello strano effetto che le bugie avevano sul suo naso.