Uno studio della Fondazione Santa Lucia dimostra che il controllo dei livelli di omocisteina nel sangue, incide sul successo della riabilitazione e previene patologie cardiovascolari, decadimento mentale e malformazioni fetali.
Emocromo, Colesterolo, Transaminasi. Ecco alcuni degli esami del sangue più noti e gettonati. Pochi invece conoscono l’omocisteina, una proteina che, se presente con alti livelli nel sangue, può in realtà creare gravi problemi cardiovascolari favorendo lo sviluppo dell’aterosclerosi.
Medici e ricercatori della Fondazione Santa Lucia hanno voluto così sottoporre a osservazione oltre cento pazienti in cura per riabilitazione a seguito di amputazione. Di questi, 91 avevano subito amputazione di arto inferiore proprio a causa di patologia vascolare. 44 pazienti per altri motivi, come traumi o tumori.
In entrambi i gruppi è stato testato il livello di omocisteina e per ogni paziente questo valore è stato confrontato con il livello di recupero delle funzioni e autonomie, ottenute dal soggetto attraverso la riabilitazione.
Lo studio ha appurato che pazienti amputati a causa di problemi vascolari avevano valori di omocisteina superiori ai pazienti amputati per altre ragioni. Ma i risultati più significativi della ricerca vanno oltre. I medici hanno innanzitutto constatato che soggetti in riabilitazione con valori di omocisteina normali hanno alla fine raggiunto livelli superiori di recupero funzionale, dimostrando una correlazione tra il controllo di questo aminoacido nel sangue e le potenzialità riabilitative del soggetto.
Sorprendente è un altro risultato dello studio. Tra i pazienti che avevano subito amputazione per problemi vascolari, solo il 7 per cento era stato sottoposto a controllo dei valori di omocisteina nel sangue prima del ricovero presso la Fondazione.
“In tutto il percorso clinico – commenta Stefano Brunelli, medico fisiatra della Fondazione Santa Lucia - dai primi segni di aterosclerosi agli arti inferiori, con dolori ai polpacci durante il cammino, fino ad arrivare all’amputazione, i pazienti erano stati seguiti spesso per anni da molti specialisti e raramente era stata loro prescritta la verifica dei valori di omocisteina nel sangue. È un esame poco costoso e che consentirebbe d’impostare per tempo una terapia farmacologica”. Non solo l’esame sarebbe poco costoso, bensì anche la terapia, che richiede semplicemente d’integrare la dieta con un supplemento di acido folico e vitamina B.
Lo studio “Functional Outcome After Lower Limb Amputation: Is Hyperhomocysteinemia a Predictive Factor? An Observational Study”, coordinato dal dottor Stefano Brunelli presso il Reparto di Neuroriabilitazione per pazienti amputati della Fondazione Santa Lucia, diretto dal dottor Marco Traballesi, è stato pubblicato dalla rivista Medicine.