Uno studio del laboratorio di Neuropsichiatria della Fondazione Santa Lucia IRCCS ha dimostrato come i danni vascolari a carico della sostanza bianca cerebrale e la riduzione del volume dell’ippocampo, siano correlati alla comparsa precoce di sintomi di ansia ed alla perdita di interesse e partecipazione.
Individuare precocemente gli indizi di transizione dal normale invecchiamento alla perdita patologica di alcune funzioni cognitive è di fondamentale importanza per intervenire con la neuroriabilitazione e con i farmaci per preservare il cervello.
Il team di ricercatori del Laboratorio di Neuropsichiatria della Fondazione Santa Lucia, guidati dallo psichiatra e ricercatore Gianfranco Spalletta, ha individuato una correlazione tra l’ansia, l’apatia e i segnali patologici di danno vascolare a carico della sostanza bianca cerebrale e della riduzione di volume dell’ippocampo. La presenza quindi di entrambi i sintomi sono indice di invecchiamento patologico del cervello ed è suggerito un consulto con il neurologo.
“Abbiamo dimostrato come, anche nei soggetti sani, la comparsa di sfumati sintomi neuropsichiatrici sia correlata ad indici del rischio di sviluppare decadimento cognitivo e demenza.” Ha spiegato il dott. Spalletta coordinatore dello studio insieme al neuropsicologo e ricercatore Fabrizio Piras, “Nello studio, infatti, la presenza di lesioni vascolari della sostanza bianca cerebrale e la riduzione di volume dell’ippocampo sono correlati in soggetti neurologicamente sani tra i 50 e gli 80 anni, a sintomi sfumati di ansia e apatia.”
Il meccanismo patologico sottostante tale relazione sarebbe la disconnessione, causata da una sofferenza della sostanza bianca, tra le aree sottocorticali coinvolte nell’elaborazione delle emozioni e nell’attivazione emotiva e la corteccia cerebrale, con conseguente impatto sull’integrità di questa e sulla comparsa di decadimento cognitivo.
Poiché una sofferenza della sostanza bianca e del volume dell’ippocampo sono espressione della presenza di fattori di rischio cerebrovascolare, la possibilità di rilevarne precocemente l’eventuale presenza attraverso il monitoraggio della comparsa di sintomi neuropsichiatrici è fondamentale per l’attuazione di interventi preventivi. Seguire dei trattamenti multidimensionali che prevedano la correzione di alcuni stili di vita agendo sulla nutrizione, l’attività fisica e la partecipazione ad attività cognitivamente stimolanti può infatti ridurre, nei soggetti anziani sani, il rischio di sviluppare demenza deviando la traiettoria verso un più normale decorso di invecchiamento cognitivo.
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Journal of Personalized Medicine e ha come obiettivo la creazione di modelli diagnostici che possano individuare precocemente le patologie e condurre a terapie personalizzate, che sono cioè disegnate sulle specifiche necessità della persona.
REF.: Spalletta, G.; Iorio, M.; Vecchio, D.; Piras, F.; Ciullo, V.; Banaj, N.; Sensi, S.L.; Gianni, W.; Assogna, F.; Caltagirone, C.; Piras, F. Subclinical Cognitive and Neuropsychiatric Correlates and Hippocampal Volume Features of Brain White Matter Hyperintensity in Healthy People. J. Pers. Med. 2020, 10, 172 https://www.mdpi.com/2075-4426/10/4/172/htm
Il Laboratorio di Neuropsichiatria:
Nell’ambito delle attività di ricerca sul substrato strutturale e funzionale delle patologie neuropsichiatriche e la loro diagnosi, il Laboratorio di Neuropsichiatria della Fondazione Santa Lucia, coordinato dal Dott. Gianfranco Spalletta, si occupa soprattutto di studiare i marcatori biologici e comportamentali utili per una diagnosi a fine di prevenzione e trattamento precoce delle malattie neurodegenerative (come le demenze), cerebrovascolari e psichiatriche.