From Arabia to Rome. Delegazione Saudita in Visita alla Fondazione Santa Lucia

L’economia del petrolio punta a sapere e innovazione. Spazi per collaborazioni nel settore della formazione, ma bisogna pensare in versione “global” anche l’assistenza sanitaria. 

L’economia del petrolio punta a sapere e innovazione. Spazi per collaborazioni nel settore della formazione, ma bisogna pensare in versione “global” anche l’assistenza sanitaria. 

Una delegazione del Ministero della Salute dell’Arabia Saudita, guidata dal Dott. Abdullah M. Alwadei, ha visitato la Fondazione Santa Lucia insieme a rappresentanti del Ministero della Salute italiano. Durante la visita, i funzionari del governo saudita - con il Dott. Alwadei, il Dott. Mansour Saleh Alyami e il Dott. Mohamad Yahya Saeedi - hanno potuto prendere visione delle strutture ospedaliere, didattiche e di ricerca della Fondazione. 

Particolare interesse hanno mostrato gli ospiti per l’impiego di tecnologie avanzate nei percorsi di riabilitazione della Fondazione, come interfacce cervello-computer (BCI) e realtà virtuali utilizzate per creare contesti immersivi altamente motivanti per il paziente. 

Al centro dell’incontro anche la possibilità di sviluppare forme di collaborazione nel settore didattico. «Siamo molto interessati alla possibilità d’inviare nostri medici alla Fondazione Santa Lucia per percorsi di formazione ad alta specializzazione» – ha spiegato Mansour Saleh Alyami, Direttore Generale per i programmi di Training e Formazione del Ministero della Salute (a destra nella foto). 

Non è casuale che il tema della formazione e del trasferimento di know how sia stato ripetutamente sottolineato dagli ospiti. «L’Arabia Saudita sta investendo moltissimo nel settore della formazione e dell’innovazione» – spiega il Prof. Valerio Orlando, Responsabile del Laboratorio di Epigenetica e Riprogrammazione del Genoma presso la Fondazione Santa Lucia. 

Orlando divide il proprio impegno scientifico tra la Fondazione a Roma e la King Abdullah University of Science & Technology. Più nota con l’acronimo Kaust, ribattezzata “MIT arabo” per analogia con il celebre Massachusetts Institute of Technology statunitense, l’Università posta sulle rive del Mar Rosso è secondo Orlando un segno tangibile dell’impegno dell’Arabia Saudita per realizzare il passaggio “da un’economia basata sul petrolio a una fondata sul sapere e l’innovazione». 

La visita dei rappresentanti sauditi è avvenuta a poche settimane da importanti implementazioni tecnologiche della Fondazione Santa Lucia nei propri programmi di riabilitazione. «La Fondazione guarda con interesse a collaborazioni internazionali – ha spiegato il Direttore Generale, Luigi Amadio – Siamo consapevoli di adottare nella nostra struttura ospedaliera programmi di riabilitazione in grado di competere a livello globale e siamo pronti ad accogliere anche flussi di pazienti dall’estero. Le difficoltà in cui si dibatte il sistema sanitario italiano non devono farci perdere di vista che il nostro Paese ha una grande tradizione e una grande scuola per quanto riguarda la medicina, compreso il settore della neuroriabilitazione». 

L’analisi dei flussi di pazienti che dall’Arabia Saudita va verso l’Europa punta ancora una volta alle regioni d’Oltralpe. “Repubblica Ceca su tutte” precisano i rappresentanti sauditi nel corso della visita ufficiale alla Fondazione. Una conferma dell’efficacia di strategie attuate dal governo di Praga nell’ultimo decennio per intercettare quella domanda di sanità globale, che in una formula un po’ riduttiva viene definita “turismo sanitario”. Una dinamica nella quale è necessario inserirsi con strategie forti. Molto induce a pensare che misurare la propria attrattività sulla base dei “pazienti provenienti da altre Regioni d’Italia” sia già il passato.